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Lunedì 30/12/2024 - Lc 11, 27-28

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 29 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
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In quel tempo. Mentre il Signore Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

In questo racconto una voce si alza dalla folla. E’ una voce anonima e tale rimane nel racconto. Altre volte nei Vangeli si racconta di voci che emergono dalla folla e diventano persone, con le quali Gesù avvia un dialogo, talvolta molto breve.

Ad esempio, in Matteo 19,16, un tale esce dalla folla per chiedere a Gesù “cosa devo fare per avere la vita eterna?” Ne nasce una breve storia, al punto che la tradizione - sebbene questo personaggio non abbia nome - lo identifica come il “giovane ricco”.

Ma qui, in questo brano - ed è l’unica volta in tutti i vangeli - una voce anonima rimane semplicemente una voce. E’ commovente che Luca lo riporti a noi, soprattutto perché è evidente che lo fa per sottolineare come Gesù non taccia di fronte a questa espressione spontanea. Gesù prende spunto per rimandare a un insegnamento alto, che non annulla lo slancio spontaneo della donna, ma lo arricchisce.

Il racconto diventa, quindi, simbolo di tutte le espressioni spontanee di religiosità, di devozione e anche - ancor meglio - di affetto. Il Signore Gesù ascolta tutte queste e ne fa tappa di un percorso di vita e di fede.

Ho seguito con interesse gli avvenimenti dell’inizio del Giubileo. Quando il Papa ha aperto la porta santa nel carcere di Rebibbia (Papa Francesco apre la Porta Santa al carcere di Rebibbia: «Non perdete la speranza» - Il Sole 24 ORE) ne è seguito un incontro con le persone che in quel carcere ci vivono. Chissà che gli avrà detto chi lo ha abbracciato, chi gli ha portato un dono, chi ha voluto manifestare l’emozione di aver lì il Santo Padre.

La Speranza, di cui ha parlato Francesco, trova nutrimento proprio in questa spontaneità, in questo agire perché è il cuore che guida. Talvolta pensiamo - e abbiamo paura perché indegni - che la nostra fede si arricchisca di pensieri profondi e riflessioni di alta teologia. Nulla di più sbagliato. Se la fede perdesse la spontaneità, a nulla servirebbero i pensieri profondi.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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