Lunedì 24/11/2025 - Mt 11, 16-24
- Marco Acquati
- 22 nov
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 23 nov

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Soffermatevi un attimo sul versetto centrale del brano: “Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie."
Questo capita dopo una parte che ci invita a non vivere la vita da spettatori, senza farsi coinvolgere da qualsiasi proposta viene fatta. Come dei bambini musoni che respingono tutti i giochi che si offrono loro, così i Giudei - destinatari espliciti di questo messaggio di Gesù nel brano di oggi - rigettano tutte le proposte di Dio, sia la penitenza di Giovanni che la condiscendenza di Gesù.
Altro aspetto da notare è il versetto citato viene prima di una seconda parte dove si parla del giudizio di Gesù sulle città dove si erano compiuti la maggior parte dei suoi prodigi. La minaccia esposta da Gesù serve per far scoprire il male che queste città stanno compiendo in modo che non lo facciano. Anche qui, in altro modo, si parla di una proposta (l’invito a seguire la via di Gesù, implicita nei prodigi da lui compiuti) che però non viene accolta.
In mezzo a questi, come dicevo, quel passaggio: “Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie.” Il quale, ad una prima lettura, sembra scollegato dal contesto.
Introdotto dall’avversativa “Ma”, sembra voler smentire qualcosa che viene detto prima, però prima non si parla di Sapienza. Neanche dopo, in verità.
La spiegazione fornita dalla Bibbia CEI dice: “A dispetto della cattiva volontà degli uomini, il sapiente disegno di Dio si realizza e si giustifica da solo.” Quindi, c’è una continuità che attraversa la storia e che dà ragione al progetto di Dio, nonostante gli uomini vivano la vita da spettatori, non si lascino coinvolgere dalle proposte del Padre e non si convertano dopo i suoi prodigi compiuti fra noi. Inoltre, questa continuità ha un’indubbia concretezza: si realizza e sono reali opere quelle che vengono compiute. Nel brano parallelo di Luca (Lc 7, 31-35), lo stesso passaggio viene reso in modo diverso, ma altrettanto significativo: “Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli.” Per certi versi, una sottolineatura ancora maggiore della concretezza di questo passaggio: la Sapienza, che per la grammatica italiana è notoriamente un “sostantivo astratto”, è per Gesù una cosa concreta, con opere e segni che vengono riconosciuti da persone (i figli) vere, che percorrono le strade di questo mondo.
Quindi, la Sapienza non è solo una dote che qualcuno può possedere, come tanti di noi ritengono, ma attraversa i passaggi della storia, lasciando il proprio segno.
Esistono alcuni manoscritti che, in Matteo, presentano la versione Lucana del passaggio, dove si dice che il riconoscimento della Sapienza è data ai figli. C’è, quindi, la possibilità che le due versioni abbiano un senso comune. Unendole insieme potremmo dire: “Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie [nelle vite dei figli di Dio]”
C’è un sito [biblegateway.com] che raccoglie più di 150 traduzioni diverse della Bibbia, in tante lingue diverse, e che talvolta mi piace consultare. Tra le varie versioni, ve ne è una, detta “The Message”, frutto di un lavoro di resa in linguaggio moderno da parte di una pastore riformato - Eugene Peterson - della chiesa americana. Talvolta, la traduzione è un po’ ardita, ma il linguaggio è efficace. Be’, quel passaggio è stato reso da Eugene Peterson con: “The proof of the pudding is in the eating.” che non si può tradurre direttamente in italiano (chi conosce l’inglese, ci provi) e che può essere reso come “La prova sta nei fatti.” Senza mancare di rispetto al testo biblico, al quale mi accosto molto da incompetente, ritengo comunque che questa traduzione centri l’obiettivo. E’ nei fatti, nel qui e ora, che si riconoscere l’agire della Sapienza.
Noi, in qualità di figli di Dio, dovremmo esser grati dell’agire della Sapienza in questo mondo, ma purtroppo oltre alla gratitudine manca, ancor prima, il riconoscimento.
Il 20 Novembre Papa Leone ha incontrato i Vescovi italiani ad Assisi e ha detto loro:
“Viviamo un tempo segnato da fratture, nei contesti nazionali e internazionali, si diffondono spesso messaggi e linguaggi intonati a ostilità e violenza; la corsa all’efficienza lascia indietro i più fragili; l’onnipotenza tecnologica comprime la libertà; la solitudine consuma la speranza, mentre numerose incertezze pesano come incognite sul nostro futuro.”
“La Chiesa deve curare l’annuncio del Messaggio di salvezza, la costruzione della pace, la promozione della dignità umana, la cultura del dialogo, la visione antropologica cristiana.”
"Ciò che conta è imparare a lavorare insieme in questo stile sinodale e impegnarci tutti, nelle Chiese particolari, a edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducano in mutua corresponsabilità per l'annuncio del Vangelo."
C’è tanta Sapienza in queste parole. Tra i lettori di questo blog non ci sono vescovi (o almeno penso che non ce ne siano) e quindi possiamo pensare di non essere destinatari di quanto detto da Papa Leone. Ma se è Sapienza, sta anche a noi, come figli della stessa Chiesa, riconoscerne la concretezza e dargli concretezza.
Nota importante per chi lavora in centro a Milano: queste riflessioni possono essere ascoltate da vivo ogni lunedì dalle 12:45 alle 13:00 nella cappella dell’Ospedale Fatebenefratelli Milano, ingresso da Corso di Porta Nuova di fronte al civico 52.
E se arrivate dopo le 13, non preoccupatevi! La riflessione può riprendere da capo.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



Commenti