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Lunedì 01/12/2025 - Mt 13, 53-58

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 6 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min
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In quel tempo. Terminate le parabole, il Signore Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Di questi tempi, sui grandi schermi, c’è inflazione di supereroi, ciascuno con il proprio speciale superpotere. Eppure, tutto cominciò con Superman, che univa in sè tutti i superpoteri. Superman può sollevare edifici, montagne, aerei. Ogni tipo di proiettile o esplosivo gli fa solo il solletico.

Anche lui ha il suo punto debole: la kryptonite, il minerale che viene dal suo pianeta. Davanti a un piccolo pezzetto di kryptonite, i superpoteri scompaiono e Superman diventa vulnerabile, senza possibilità di difesa.


Alla luce di questa breve introduzione, rileggete l’ultimo versetto. “E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.”

I Vangeli possono anche essere letti dando esclusivo risalto ai prodigi compiuti da Gesù: camminare sull’acqua, l’acqua trasformata in vino, la pesca miracolosa, ecc. Una lettura spesso legata all’infanzia, dove il prodigio gli dà un non so che di favolistico. Che ci sta comunque, intendiamoci. Ma che rischia di portare il racconto a un insieme di effetti speciali, che - con riferimento al versetto citato - può far passare quel “non fece molti prodigi” come un momentaneo calo di potenza di Gesù.

Però, notate che il testo dice correttamente “non fece” e non “non poté fare”. Non è che Gesù non potesse ma che non volle. Quindi, Gesù auto-limita la sua capacità di compiere prodigi in ragione dell’incredulità incontrata. Questo ha senso, perché i miracoli di per sé non salvarono mai nessuno ma erano fatti principalmente per dare autorità al suo messaggio. Quindi, perché portare il suo messaggio se comunque questo non sarebbe stato accolto? Può apparire incredibile, ma è evidente da questa lettura che una volontà umana ostinata limita l’onnipotenza di Dio. La nostra stessa incredulità è l'unico ostacolo che impedisce a Dio di soddisfarci in gran parte e generosamente con tutte le cose buone che lui può fare per noi.


Il 28 Novembre, nel corso del suo viaggio apostolico in Turchia e durante la preghiera pronunciata davanti ai resti dell’antica basilica di San Neofito, ha pronunciato queste parole:

Negando la divinità di Cristo, Ario lo ridusse a un semplice intermediario tra Dio e gli esseri umani, ignorando la realtà dell’Incarnazione, cosicché il divino e l’umano rimasero irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede nel Dio che, in Gesù Cristo, si è fatto come noi per renderci «partecipi della natura divina»

Questa confessione di fede cristologica è di fondamentale importanza nel cammino che i cristiani stanno percorrendo verso la piena comunione: essa infatti è condivisa da tutte le Chiese e Comunità cristiane nel mondo, comprese quelle che, per vari motivi, non utilizzano il Credo Niceno-Costantinopolitano nelle loro liturgie. Infatti, la fede «in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli [...] della stessa sostanza del Padre» (Credo Niceno) è un legame profondo che unisce già tutti i cristiani. In questo senso, per citare Sant’Agostino, anche in ambito ecumenico possiamo dire che «sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno» (Esposizione sul Salmo 127). Partendo dalla consapevolezza che siamo già legati da questo profondo vincolo, attraverso un cammino di adesione sempre più totale alla Parola di Dio rivelata in Gesù Cristo e sotto la guida dello Spirito Santo, nell’amore reciproco e nel dialogo, siamo tutti invitati a superare lo scandalo delle divisioni che purtroppo ancora esistono e ad alimentare il desiderio dell’unità per la quale il Signore Gesù ha pregato e ha dato la sua vita. Quanto più siamo riconciliati, tanto più noi cristiani possiamo rendere una testimonianza credibile al Vangelo di Gesù Cristo, che è annuncio di speranza per tutti, messaggio di pace e di fraternità universale che travalica i confini delle nostre comunità e nazioni.


Questi sono i rischi dell’incredulità: diventiamo ostacolo all’agire di Dio e limitiamo le opere buone che lui può fare per noi e, di conseguenza, anche le nostre opere buone.

Guardate il testo della preghiera di Papa Leone: credendo, noi, possiamo diventare capaci di partecipare della vita divina di Cristo, possiamo vivere la piena comunione con tutti i nostri fratelli cristiani, possiamo diventare “uno, pur essendo molti”, possiamo rendere una testimonianza credibile al Vangelo.

Questi sono veri superpoteri e non c’è kryptonite che ci possa fermare.


Nota importante per chi lavora in centro a Milano: queste riflessioni possono essere ascoltate dal vivo ogni lunedì dalle 12:45 alle 13:00 nella cappella dell’Ospedale Fatebenefratelli Milano, ingresso da Corso di Porta Nuova di fronte al civico 52.

E se arrivate dopo le 13, non preoccupatevi! La riflessione può riprendere da capo.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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