Lunedì 28/10/2024 - Gv 14, 19-26
- Marco Acquati
- 27 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Siamo nelle ultime ore che precedono l'arresto di Gesù. C'è già stata l'ultima cena, dove Gesù lava i piedi ai suoi amici, e inizia un lungo discorso che occupa tre capitoli. Giovanni, in questo capitolo, inserisce nel discorso di Gesù alcune domande di chiarimento poste dagli apostoli.
Il primo a far domande è Tommaso che chiede di conoscere la via e Gesù gli spiega in risposta che la via è Lui stesso. Poi segue Filippo, che chiede di conoscere il Padre e Gesù gli spiega che conoscere Lui è conoscere il Padre. Infine, si arriva al passaggio proposto oggi, dove Giuda, non il traditore (pleonastico, dato che era già uscito di scena) chiede a Gesù perché non si è manifestato al mondo. Qui Gesù non risponde direttamente, ma parla di amore e di come questo amore comporta osservare la sua Parola.
Chi è questo Giuda, che oggi viene festeggiato come santo insieme a Simone? Sappiamo che è uno dei 12 apostoli e che porta un secondo nome, Taddeo, perché negli elenchi di Matteo (Mt 10,3) e Marco (Mc 3,18) viene citato con tale nome. Per il resto dai Vangeli non si cava nient'altro a suo riguardo. Questo del Vangelo di Giovanni è l'unico episodio dei 4 Vangeli dove Giuda Taddeo parla. A differenza di altri (Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, Matteo …) non si sa nulla della sua vocazione. Da Mc 6,3 si evince che, forse, era un parente di Gesù: forse per questa ragione uno degli apostoli? A lui viene attribuita una lettera, posta nel NT, che, paragonata con quelle di Paolo, più che una lettera è un telegramma: solo 25 versetti!
Insomma, sembra un soggetto che ha avuto poco peso nei primi anni della cristianità. Ebbe anche la sfortuna di portare lo stesso nome del traditore; aspetto che non aiutò la sua fama. Anche i versetti citati nella lettura di oggi non depongono a suo favore. Gesù gli fornisce una risposta slegata dalla sua domanda e lui non ribatte nulla. Forse timido o di scarso carattere?
Eppure, il Vangelo di Giovanni è ricco di episodi dove i personaggi ribattono, anche con energia, alle parole e all’agire di Gesù quando questi sono pochi chiari (es. Gv 13,9 o Gv 11,8). Il Vangelo di Giovanni è il Vangelo della luce: tutto è chiaro e illuminato dalla venuta di Gesù. In questo contesto, male ci starebbe il grigio di una risposta non data o un chiarimento non fornito. Ma allora perché questo episodio e perché Giuda Taddeo non ribatte nulla? Perché non insiste per avere una risposta in linea con la sua richiesta?
C’è, quindi, qualcosa in quella risposta che ha soddisfatto Giuda Taddeo, forse non come si aspettava quando ha posto la domanda. Gesù dice: amare Lui è osservare la sua Parola e questo causa un movimento di un “noi” che va verso l’amante. Gesù e il Padre prendono dimora presso di lui. Questa è la versione Giovannea di quel “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” della conclusione di Matteo, con una resa ancora più efficace delle parole di Matteo: Gesù e il Padre si trasferiscono armi e bagagli nel cuore dell’essere amante! Il cuore di colui che ama palpita come il cuore di Dio. Guida Taddeo riconosce questo e riconosce che questa è la manifestazione di Gesù al mondo - quella che era nella sua domanda. Giuda Taddeo è soddisfatto. Tace, proprio perché non ha nulla da dire: questa parola di Gesù è stata la sua vocazione.
Noi, prima di tutto, siamo profondamente amati ogni giorno, come ci vuole ricordare la recente nuova enciclica di Papa Francesco:
Grazie Giuda Taddeo per aver riconosciuto questo per tutti noi! Grazie per aver appreso che le nostre vocazioni non arrivano dalle risposte che desideriamo ricevere. Grazie per aver permesso di riconoscere che le belle vocazioni arrivano anche per chi ha poco peso, per chi non appare, per chi si muove nelle retrovie. Grazie anche perché tu sei stato testimone del fatto che la buona notizia assume anche forme inaspettate.
Giuda Taddeo nell’iconografia ufficiale viene raffigurato con un medaglia al collo con l’immagine di Gesù: pare che nel corso delle sue predicazioni esibisse sempre questa. Una raffigurazione plastica di quel prendere dimora di Gesù nel suo cuore. Fu predicatore in Siria, Persia e Mesopotamia. Forse per l’ampiezza dell’area di predicazione o forse per la passione spirituale che traspare dai pochi versetti della sua lettera, Giuda Taddeo è riconosciuto dalla tradizione della Chiesa come il santo da invocare nei casi disperati - nientepopodimeno.
Quella vocazione ha lasciato il segno!
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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