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Lunedì 28/04/2025 - Gv 1, 35-42

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 27 apr
  • Tempo di lettura: 4 min
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In quel tempo. Giovanni stava là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo sul Signore Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Tutto ha un inizio. Anche la più gloriosa fine ha un inizio. 8 giorni fa abbiamo celebrato con gioia la Santa Pasqua e ora il brano di oggi ci porta agli inizi della vita pubblica di Gesù e ai primi passi che compie con i suoi discepoli. Lì ci sono parole e gesti che prefigurano i passaggi finali della gloriosa Pasqua di Resurrezione.

Il primo momento bello che si respira in questi versetti non è un vero e proprio momento, fissato nel tempo. E’ quella catena di persone che dicono e che invitano altre persone, catena che si srotola nel tempo e che occupa più di un giorno. Giovanni indica l’Agnello e Andrea e l’altro discepolo vanno, poi Andrea chiama Simone, poi Gesù (qui siamo oltre il brano di oggi) chiama Filippo e Filippo chiama Natanaele. E’ come una forma di contagio buono. E’ una testimonianza che dice: “Ho scoperto una cosa bella e non posso tenermela per me.” Non è virale, come si dice oggi di alcuni video con milioni di visualizzazioni, perché in quel caso è tutto frutto di qualche “like” ovvero di un apprezzamento momentaneo, nulla che tocchi veramente il cuore. Qui, invece, si costruisce una catena fra persone perché quel bello che è stato apprezzato in un momento ha già in nuce i segni che scolpiscono una vita intera.

Sebbene siamo qui agli inizi della vita pubblica di Gesù si percepisce già la tensione missionaria; missione che per i discepoli prenderà il volo solo dopo la morte e la resurrezione di Gesù.

Il secondo momento bello sta in una domanda: Dove dimori? Dov’è la tua casa? La casa - lo sappiamo - è il luogo delle relazioni, della vita umana, dell’intimità, degli affetti. La domanda dei discepoli non è affatto banale. Chiede quale sia il mondo vero di Gesù, quello che lo ha costruito fino al momento in cui l’hanno incontrato e che cosa lo abbia costruito. Non semplicemente una casa fatta di mattoni, ma un mondo di pensieri, relazioni e preghiera.

Dopo la Pasqua, la dimora di Gesù e dei discepoli insieme sarà il cenacolo, il luogo dove il Maestro ha reso visibile cosa vuol dire servizio fino al dono di sé. Nel brano di oggi, Gesù porta Andrea e l’altro discepolo in una dimora che non ha nome e che il racconto non ci dice dove sia collocata. Il Cenacolo ha un nome, è un luogo ben chiaro preciso. Tre anni insieme al Maestro, conclusisi con la meraviglia della Pasqua, e gli affetti che si sono costruiti nel frattempo, il percorso di vita umana che c’è stato, tutto ha prodotto una sorprendente evoluzione. Da una dimora sconosciuta, a una dimora nota e condivisa, dove il Signore è presente e da pace (Gv 20 , 19).

Per continuare la riflessione, vi lascio a questo articolo: L’Argentina saluta il Papa con una “carovana” nei luoghi di Francesco - AgenSIR. Si parla delle tante manifestazioni, preghiere, novene, messe che gli argentini hanno organizzato in questi giorni per Papa Francesco, l’ex-arcivescovo di Buenos Aires. Come dicevo, ogni fine ha un inizio. Inizio che dà senso e fondamento alla fine, sempre se c’è un percorso in mezzo segnato dalla fede, dalla preghiera, dalle buone relazioni e dagli affetti.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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