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Lunedì 27/01/2025 - Mc 4, 10b. 24-25

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 26 gen
  • Tempo di lettura: 3 min
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In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Il primo significato del verbo greco qui impiegato, βλέπω (blepo), è “guardare”. Sorprendentemente la frase, quindi, suona come “guardate quello che ascoltate!”

In pratica, un’unione dei sensi. Luce e suoni. Fa sorridere - lo so. L’invito è a riflettere su cosa ascoltiamo, ed è certo che l’ascolto accurato e selettivo fa “guardare” bene la realtà.

E’ un esercizio integrale quello che chiede Gesù. Attenzione smisurata e pacata, che definisce la realtà in cui ci muoviamo e quindi anche ciò che siamo. Perché è il confronto attento con il mondo esterno - appunto: ascoltando con cura - che stabilisce la nostra “misura”, ovvero la nostra identità.

Occorre essere selettivi, oggi più che anni fa. Bombardati come siamo da mille informazioni, serve esercitarsi all’ascolto. Come diceva Mounier: “nella nostra epoca le parole parlanti si sono fatte sempre più rare e le parole parlate sempre più frequenti.” Quali parole che parlano al nostro io (e non sono chiacchiere vuote) siamo in grado di ascoltare?

Un buon esempio è esercitarsi a selezionare l’informazione buona: Ruffini: «Nell'inferno della vita raccontare il bene che può cambiarlo»

Poi, dal brano emerge un sollecito all’esercizio dell’ascolto attivo, richiamando i suoi benefici. L'ascolto attivo sviluppa consapevolezza. Va oltre le parole; implica un impegno emotivo e cognitivo che permette di entrare nel mondo dell'altro. Anche questo è un modo per fare attenzione a quello che si ascolta. Infatti, l'ascolto attivo consiste nel porre una particolare attenzione alle parole che ci vengono comunicate dal nostro interlocutore, rimanendo in silenzio, abbandonando ogni genere di giudizio sul contenuto.

Infine, c’è l’ascolto della Parola. La profondità con cui si ascolta e si accoglie l'insegnamento determinerà la comprensione e la crescita spirituale. Chi ascolta con attenzione e apertura riceverà ulteriore capacità di comprensione. Tornando sulla stessa Parola giorno dopo giorno, si scopre che è sempre più ampia e che allarga la nostra capacità di comprendere e di amare. Chi invece ascolta superficialmente perde persino quel poco di comprensione che già possiede.

Alla fine, quale ascolto incarniamo? Esistono tre possibilità; a noi decidere da quale partire: 1. l’ascolto curato e selettivo; 2. l’ascolto attivo e empatico; 3. l’ascolto profondo della Parola.

Ciò a cui arriveremo, in fondo in fondo, sarà sicuramente la sintesi di tutte e tre.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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