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Lunedì 25/11/2024 - Mt 11, 16-24

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 24 nov 2024
  • Tempo di lettura: 4 min
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In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Gesù rivolge la sua parola a delle città. Dentro alle città ci sono case. Sicuramente dentro a queste case ci sarà qualcuno che non avrà goduto dell’agire prodigioso di Gesù. Gesù non è “tutto e subito”. Abbiamo visto dai Vangeli che i prodigi di Gesù hanno un poco di approccio selettivo. Quando gli portano i malati, i Vangeli non dicono che tutti i malati sono guariti. Il prodigio avviene perché Dio-Amore sceglie i modi e i tempi più opportuni per aiutare in pienezza a vedere il suo amore.

Gesù conosce questo, quando si rivolge a queste città, minacciando un trattamento duro per tutti gli abitanti indistintamente.

“Gesù, in quelle città ci sono i miei parenti e i miei amici!” mi immagino che così Pietro si rivolga a Gesù, dopo tali invettive. Perché quei villaggi, Corazin, Betsaida, Cafarnao, sono villaggi dove alcuni degli amici di Gesù sono cresciuti. Perché trattare male quelle città dalle quali, comunque, è arrivato qualcuno che ha fatto la scelta radicale di lasciare tutto per seguirlo?

Perché generalizzare? Dopo tutto c’è qualcuno che quei prodigi non li ha ancora visti e che ancora li attende. Perché fare di tutta l’erba un fascio? D’altronde, Gesù, in quelle città c’è anche chi ti ama veramente.

Gesù si rivolge con questo tono aspro a quelle città, perché non hanno riconosciuto i suoi prodigi. Quali sono i prodigi di cui Gesù parla? Pochi versetti prima di questo brano (Mt 11, 5) Gesù chiede di andare a dire questo a Giovanni in carcere: “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.” Quindi il prodigio che Gesù è venuto a portare è che la vita può cambiare. E in modo radicale.

La testimonianza che Gesù qui ci presenta è che questo cambiamento può avvenire nell’ordinarietà delle nostre vite. I villaggi a cui si rivolge Gesù sono villaggi noti per le persone che sono a lui intorno. Non sta prospettando un futuro nefasto, per esempio, a Betlemme, che è 200 km lontana; città che comunque ha assistito a un prodigio, forse il più grande. Non sta parlando a persone di altri tempi, ma alla sua generazione. Gesù, quindi, in questo brano si sta rivolgendo alle vite di ciascuno che lo conosce e, per estensione, sta quindi rivolgendosi a tutti noi del tempo attuale, nelle nostre città, nei nostri luoghi di vita. Il prodigio è annunciato qui e ora. A noi viene chiesto di accoglierlo. Perché se non lo accogliamo, non è come perdere un treno che si ripresenta dopo mezz’ora. Il rischio è allontanarsi da questo prodigio in modo radicale. “Fino agli inferi precipiterai!” ovvero la tua vita sarà la cosa più lontana dalla presenza di Dio. Rischi di staccarti dalla fonte della tua esistenza.

Gesù rivolge un appello generale: riconoscete il prodigio perché il prodigio porterà meraviglia alle vostre vite. Qui ed ora, non in un luogo lontano e fuori dalla realtà. Gesù non produce, quindi, una minaccia indistinta.

Perché anche lì hanno bisogno di vite disposte a cambiare. Preghiamo per tutti loro.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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