top of page

Lunedì 24/06/2024 - Lc 1, 57-68

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 23 giu 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo».

È stimolante guardare questi avvenimenti, narrati da Luca, come se fossimo degli avventori che capitano lì per caso. Immaginiamo due persone che passano nella regione montuosa della Giudea in quei giorni. Uno per nulla informato e un altro un poco informato. Vedono gran confusione, gente che balla e che suona, che esprime meraviglia nelle forme più chiassose che ci possano essere. “Che sta succedendo?” “È nato un bimbo e l'hanno circonciso.” “Ah, tutto qui?”

Sì, perché alla fine i fatti che accadono sono questi. Certo: poi noi siamo informati che c'è una madre, ritenuta sterile, che ha avuto un bambino in tarda età e un padre, prima muto, che sorprendentemente riacquista la parola. Ma, appunto, la meraviglia è nei dettagli. E serve un certo addestramento degli occhi per cogliere questa meraviglia. Altrimenti le nostre giornate sono alla fine, in sintesi, un “Tutto qui?!?”. La meraviglia è quotidiana, sta a noi coglierla, per il nostro bene. Non è chiesta solamente una certa mindfulness (oggigiorno tanto di moda) ma occorre imparare che dietro all’apparente banalità delle nostre giornate c’è il Signore che instancabilmente riversa su di noi una dose incalcolabile di amore. C’è sempre un dettaglio che ce lo rivela.

Il poeta Franco Arminio esprime bene questo concetto:

IL DOVERE Dl ESSERE LIMPIDI. Il nitore è quello che ci serve adesso. Abbiamo il dovere di essere limpidi. Per schiarire il mondo dobbiamo portare il nostro chiarore, non accontentarci degli equivoci con cui costruiamo le nostre giornate. Dobbiamo chiedere ai nostri occhi di essere più spericolati, e così pure alle nostre orecchie. Possiamo sentire e possiamo vedere di più. Questo esercizio non è doloroso, è un esercizio che riattiva la nostra salute, ci rende più vigili e appassionati, coi sensi più estesi e ramificati. La miseria spirituale deriva proprio dal fatto che gli umani a un certo punto si fanno un'idea di se stessi e degli altri e vanno avanti in questo nido, non cambiano mai il ramo su cui stanno appoggiati.

La precisione deve cominciare dal buttare via la psicologia, bisogna svuotare la psicologia e rimettere natura nella nostra testa. Ci vuole un piano di riforestazione. Gli essere umani devono piantare arbusti, rose, ginestre sotto i teloni delle meningi. La psicologia è solo uno sterzo di gomma, non è il motore della nostra vita.

Noi non siamo santi, non facciamo miracoli, ma possiamo fare esercizi di estensione, possiamo allungarci in direzioni inattese. Bisogna allungarsi con gli amici, nella famiglia, in una serata a cena, in una passeggiata solitaria, mentre facciamo colazione, mentre ci laviamo la faccia. Ogni gesto può essere un poco più ampio, può darci e dare qualcosa di più. Non è una prestazione, è un servizio che facciamo alla vita, è un dono che facciamo a chi c'è e a chi non c'è. Non abolisce la morte, non mette fine al dolore, ma ci rende più precisi, più luminosi e trasparenti.

 
 
 

Commenti


Mandami un messaggio e fammi sapere che ne pensi

Grazie!

© 2035 by Train of Thoughts. Powered and secured by Wix

bottom of page