Lunedì 23/12/2024 - Lc 2, 1-5
- Marco Acquati
- 22 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
“Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento”. Il dio Cesare Augusto - così si faceva chiamare - chiede un esercizio, il censimento, che è manifestazione del suo potere. Il grande impero romano copre il mondo allora conosciuto e tale potere ha bisogno del controllo per garantire che tutti lo riconoscano come unico e indiscutibile. Attraverso il censimento, il dio Cesare Augusto conosce tutti i cittadini dell’impero, per poter imporre tasse e obblighi, incluso il servizio militare.
Giuseppe obbedisce con la sua famiglia a questa imposizione, ma per fare questo deve recarsi a Betlemme, luogo dove verrà al mondo Gesù, il figlio di Dio, il Salvatore. Per rispondere all’imposizione di un uomo che si faceva chiamare dio, arriva nel mondo un uomo che è Dio e che mette le basi affinché il potere umano diventi nullo in questo mondo se non illuminato da Dio. Il viaggio a Betlemme - città di Davide - richiama simbolicamente un'identità regale che sfida il dominio romano, introducendo l'idea di un "regno" alternativo. Regno che, come richiamato dai Vangeli, sarà Gesù stesso a portare nel mondo. L’esercizio del potere che pretende di controllare tutto, crea paradossalmente le condizioni perché arrivi nel mondo l’uomo-Gesù che darà origine a generazioni di uomini e donne libere. Mentre avviene il censimento - manifestazione del potere - inizia la salvezza, al di fuori di tale potere. La trasformazione radicale della storia umana passa attraverso un’obbedienza silenziosa.
Giuseppe, obbedendo al potere dell’impero, getta le basi per un processo che sovvertirà le logiche dell’impero. Questi versetti si presentano come un racconto di resistenza spirituale camuffata da conformità burocratica.
E’ difficile immaginare Giuseppe come un sovvertitore politico nascosto. E’ difficile vedere quell’uomo con la barba bianca e il bastone, il carpentiere di Nazaret, come colui che vuole colpire l’impero romano nel suo punto debole: il desiderio di controllare tutto. Ma è questo che Luca, con sottile ironia, vuole farci cogliere con questo brano.
Soprattutto si fa fatica a comprendere questa particolare lettura nel nostro periodo del Natale fatto di vetrine scintillanti e musichette sdolcinate. Però, nei luoghi di guerra, ci sono tanti sovvertitori come Giuseppe:
Persone che, nella loro umiltà, testimoniano con il Natale che la vita è più forte di ogni segno di morte. Che è possibile costruire ponti anche quando la guerra fa di tutto per costruire barriere. In luoghi dove è stato tutto distrutto, il Natale porta il desiderio di ricostruire, di riprendere la vita normale, di tornare a scuola.
Impariamo da Giuseppe: ubbidiamo alle regole, ma, facendo ciò, gettiamo le fondazioni perché si realizzi la profezia scritta nei secoli di storia e cioè che un Regno di amore e di fratellanza è possibile.
P.S. Mi sono divertito a creare un’immagine di San Giuseppe “ribelle” con l’intelligenza artificiale (DALL-E). 🤗
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



Commenti