Lunedì 23/09/2024 - Lc 18, 28-30
- Marco Acquati
- 22 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min

In quel tempo. Pietro disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».
Questo brano è il racconto di uno sbilanciamento. Tu puoi donare a Dio tutto quello che hai; Dio ti donerà molto di più. Dio non sarà mai debitore verso alcun essere umano. E’ impossibile per noi donare a Dio più di quanto Lui è in grado di dare a noi in cambio. Per quanto ci impegniamo, saremo sempre dei donatori in difetto. Qui sta l’essenza della Grazia: la vita dovrebbe essere un continuo esercizio di dono, per godere costantemente della gioia di ricevere in cambio molto di più.
Questi pensieri portano a guardare alla figura di quell’uomo che è stato esempio di dono completo: San Francesco d’Assisi, che 800 anni fa ricevette il dono delle stimmate (17 Settembre 1224). San Francesco, uomo ricco, si liberò di tutto e visse in integrale povertà. Un uomo che ha dato tanto e molto di più ha ricevuto: i fratelli e le sorelle che hanno seguito (e continuano a seguire) il suo esempio, i tanti santi che sono stati originati dalla sua santità, i tanti artisti che hanno visto in lui una profonda fonte di ispirazione.
Questa dimensione particolare del vivere la vita - il riconoscere i doni grandi che Dio ci fa a fronte del nostro piccolo donarci - non è una cosa ovvia. Per San Francesco questo avviene perché aveva, come dice l’articolo linkato qui sotto - “una sensibilità finissima e una forte tensione affettiva”. Ed è forse questo il dono grande che Dio ci fa. Quel “ricevere molto di più nel tempo presente” è proprio un cuore dolce e rinnovato, con “una sensibilità finissima e una forte tensione affettiva”.
Un cuore che, quindi, assomigli a quello della figura sopra (l’immagine è il simbolo del Festival Francescano che inizia giovedì a Bologna). Il Kintsugi è quella tecnica giapponese che utilizza la foglia d’oro per ricomporre oggetti di ceramica rotti, dando all’oggetto rotto una veste nuova e preziosa. Un cuore ferito, quindi, che, grazie all’opera di restauro di Dio, diventa un capolavoro.
Continua la recita della preghiera per il tempo del Creato, avendo a mente l’insegnamento di San Francesco d’Assisi.
Dio Trino, Creatore di tutto,
Ti lodiamo per la tua bontà, visibile in tutta la diversità che hai creato, rendendoci una famiglia cosmica che vive in una casa comune. Attraverso la Terra che hai creato, sperimentiamo amore e nutrimento, casa e protezione.
Confessiamo di non relazionarci con la Terra come un dono Materno da parte tua, nostro Creatore. Il nostro egoismo, l'avidità, la negligenza e l'abuso hanno causato la crisi climatica, la perdita di biodiversità, la sofferenza umana e quella di tutti i nostri simili. Confessiamo di non aver ascoltato i gemiti della Terra, i gemiti di tutte le creature e i gemiti dello Spirito di speranza e di giustizia che vive in noi.
Che il Tuo Spirito Creatore ci aiuti nella nostra debolezza, affinché possiamo conoscere il potere redentore di Cristo e la speranza che si trova in Lui. Che i gemiti dello Spirito facciano nascere in noi la volontà di servirti fedelmente, per ascoltare e curare la Creazione, per sperare e agire insieme a lei, affinché fioriscano le primizie della speranza.
Dio amorevole e Creatore, ti preghiamo di renderci sensibili a questi gemiti e di permetterci di avere la stessa compassione di Gesù, il Signore redentore. Concedici una nuova visione del nostro rapporto con la Terra e tra di noi, come creature fatte a tua immagine e somiglianza.
Nel nome di colui che è venuto ad annunciare la buona novella a tutta la Creazione, Gesù Cristo.
Amen.



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