Lunedì 21/04/2025 - Lc 24, 1-12
- Marco Acquati
- 19 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 21 apr

In quel tempo. Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Tutto parte dal cuore. E’ il cuore che fa alzare alzare queste donne la mattina presto di quella domenica. Il primo giorno della settimana e la prima domenica della storia. Il primo giorno senza tramonto. Il cuore pesante per il dolore. Come anche gli occhi, pesanti di sonno e di lacrime. Si recano a compiere il servizio a un morto, non un morto qualunque, ma colui che nei tre anni precedenti ha donato loro un cuore nuovo, capace di amare perché in quei tre anni il cuore ha compiuto un esercizio intenso: ha conosciuto la preghiera, ha accompagnato il passo comune di una piccola comunità, ha compreso che esiste un modo diverso di vedere il mondo. Ma il loro cuore, dopo i fatti del venerdì, era lì, purtroppo, in quel sepolcro.
Il cuore si blocca. Il sepolcro è aperto e il corpo non è lì. Parole non escono dalla bocca. E’ paura che immobilizza. Sono altri a pronunciare parola, dei messaggeri, come accade nei momenti più importanti. Per dire che il loro cuore, pesante, ha preso le ali e si è unito al cuore del Signore dell’universo. Sono andate a trovare un morto e non solo hanno trovato un vivo, ma hanno respirato in un attimo l’intera vita dell’Universo. Dio, colui che è sempre stato considerato altro dall’uomo, colui che poteva essere creduto presente solo in un Tempio, è vivo e presente e annuncia vita, la nostra vita, vita di donne e uomini che ne hanno condiviso i passi. Gesù, che ha annunciato vita per tutto il tempo che l’hanno conosciuto, è vivo. Non poteva essere altrimenti. Chi ha offerto comunione, chi ha costruito comunione fra tutti, fratelli e sorelle, non può che essere in quella continuazione di vita.
Sono andate per profumare un cadavere e ne sono uscite profumate. Profumate di infinito.
Non è semplice empatia. E’ il cuore che batte al ritmo dell’universo. E’ riconoscere che c’è un ricambio vivificante: Dio si è fatto uomo perché l’uomo respirasse del respiro di Dio. Un respiro che va anche oltre la morte.
E allora il cuore riprende a ribattere per la gioia. 200 battiti al minuto. Devono correre dagli Undici. Le parole che prima erano bloccate in gola, ora escono a fiumi, nonostante il fiatone. Non c’è meraviglia più grande. La meraviglia non può essere trattenuta e va condivisa con tutti. Lo annunciano anche a noi oggi: la morte, la realtà con la quale tutti abbiamo a che fare, è sconfitta ed è diventata - sorprendentemente - annuncio di vita.
Un cuore pesante. Un cuore che si ferma per lo spavento. Un cuore che batte all’impazzata. Questa la bellezza della fede cristiana: l’esperienza richiesta non è ascetismo. E’ essere capaci di emozioni proprie umane, tutte, e di riconoscere in quelle emozioni la presenza del Signore.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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