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Lunedì 21/10/2024 - Gv 1, 40-51

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 20 ott 2024
  • Tempo di lettura: 4 min
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In quel tempo. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Cosa ci faceva Natanaele sotto l’albero di fichi e perché Gesù l’ha visto lì? Di fronte a passaggi senza facile interpretazione, come questo, è comodo rifugiarsi nel simbolo. La spiegazione corrente e abituale è che l’albero di fichi di Natanaele è lo studio della Bibbia. Il futuro discepolo stava semplicemente leggendo la Bibbia quando Gesù l'ha visto. Però è una spiegazione che non soddisfa perché soprattutto non si capisce la ragione per cui questo fatto ha convinto Natanaele che Gesù fosse il Figlio di Dio. Stava semplicemente leggendo la Bibbia. Natanaele era un israelita e stava facendo quello che faceva un israelita.

In realtà quello che c’è da capire è che, in fin dei conti, non c’è niente da capire. O più esattamente: non sapremo mai cosa ci sia dietro a questo fico, poiché non ci riguarda. Il luogo di questo fico è l'intimità di Natanaele. Il fico è piantato nel cuore del suo giardino segreto, che appartiene solo a lui. Ecco una parola di Gesù, forse l'unica del vangelo, che non si rivolge a noi. Si rivolge a Natanaele, e solo a lui, perché ciò che dice riguarda solo lui. Si tratta della sua vocazione personale.

Quindi, cosa è successo a Natanaele sotto al fico? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Ma sappiamo, però, che l’episodio del fico per Natanaele è stato qualcosa di molto intimo e profondamente sconvolgente. Ecco che si spiega la reazione entusiasta di Natanaele: Gesù aveva fatto centro! Era riuscito a richiamare alla memoria di Natanaele un episodio che, in qualche modo (di nuovo: non sapremo mai perché) ha segnato e illuminato la sua vita. In quel momento Gesù era lì e lo guardava. Non per spiarlo, ma lo guardava e lo amava, come fece con il giovane ricco.

Questo è molto bello e consolante: ci sono momenti in cui la nostra vita non è più un susseguirsi di istanti incoerenti. Ma in questi momenti improvvisamene nasce una sintesi pulita e illuminante che dà sostanza a tutto. Gesù è lì.

Dio non è altro dalla nostra vita, ne è dimostrazione il fatto che nei momenti chiave lui c’è. Cogliere questo può sembrare poco, ma è come fare un piccolissimo taglio in un telo teso: questo si lacera in un istante e illumina, fa vedere quello che c’è al di là. Per questa ragione, la risposta di Gesù a Natanaele vuole illuminare ancora di più: apri gli occhi; c’è un cielo aperto e gli angeli che vanno su e giù. Questo gran darsi da fare degli angeli non è altro che la dimostrazione visiva che fra cielo e terra non c’è un sentiero tortuoso ma un gran traffico di angeli a dirci che il cielo è qui.

C’è un corteo a dirci che la vita è benedetta e che dobbiamo ricordarlo anche nei confronti dei cantori di morte. C’è un corte che porta consolazione e parole di pace, anche verso chi predica la guerra. Come ci ha ricordato l’arcivescovo Mario Delpini nel corso della celebrazione per gli 80 anni della strage di Gorla:

Anche di fronte a tragedie così grandi, la risposta è sempre “vita”. C’è il nostro personale albero di fico a ricordarcelo, quello dove abbiamo colto lo sguardo amorevole di Gesù.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.

 
 
 

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