Lunedì 17/03/2025 - Mt 5, 27-30
- Marco Acquati
- 15 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 16 mar

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».
Gesù ci chiede di essere artigiani della nostra anima, di modellarla e sagomarla perché sia sempre più aderente e somigliante a lui. Come un artigiano viene istruito se affiancato al banco da un maestro che ha esperienza, così Gesù si mette al nostro banco per accompagnarci. E’ un lavoro di bottega, quello che Gesù ci propone. E ci da anche gli strumenti: lo scalpello, la pialla e la lima. Come un artigiano che lavora il legno o la pietra, il lavoro è soprattutto di sottrazione. Infatti, è proprio ciò di cui parla il brano di oggi. Anche se il brano in questione racconta di situazioni apparentemente disgiunte dalla realtà: come potrebbe uno cavarsi un occhio o tagliarsi una mano? Tanti commentatori si sono profusi in parole per far comprendere che le espressioni iperboliche usate da Gesù erano un espediente didattico e che Gesù non voleva veramente dire quello che ha detto. Sì, chiaramente un espediente didattico fatto per colpirci, come un pugno allo stomaco, sul nostro vissuto. Per far capire ancora una volta - se ce ne fosse bisogno - che l’annuncio di Gesù non è altro dalla vita quotidiana; qualunque essa sia, in qualsiasi epoca e a qualsiasi latitudine.
L’esercizio di artigianato dell’anima che Gesù chiede è vita, perché (chi è artigiano lo sa) c’è al suo interno fatica e godimento, dolore e gioia, costanza e onestà, provare, sbagliare e ricominciare. Bisogna usare occhio e mani, come racconta il brano. Occhi attenti per vedere quello che si fa e mani capaci di lavorare il materiale.
Dicevo, quindi, degli strumenti: scalpello, pialla e lima. Vediamo come usarli.
Scalpello. Serve per togliere le parti più grosse. E’ lo strumento che richiede lavoro più muscolare. Qual è la parte più grossa su cui siamo mancanti e che ci crea scandalo? Riuscire a vedere sempre i bisogni dei fratelli (avere occhi limpidi) e offrire loro i sostegni che sono necessari (aprire le mani).
Pialla. Serve per spianare e rendere liscio. Dove dobbiamo lavorare per rendere liscio, semplice, lineare? Avere occhi in grado di vedere la strada più dritta per arrivare a Gesù, nonostante colline e varie asperità interposte, e avere mani in grado di spianare e lisciare, affinché la strada sia pronta per noi e per altri. Se ci pensiamo bene, la preghiera svolge questo compito. La preghiera è la nostra "pialla spirituale".
Lima. Serve per fare i lavori di fino. Dove dobbiamo levigare e smussare le asperità della nostra anima? Riconoscere che siamo oggetto di misericordia infinita e instancabile (avere occhi in grado di riconoscerla) e essere a nostra volta operatori di misericordia, manifestando la nostra vicinanza a fratelli e sorelle (avere mani in grado di consolare e abbracciare).
Per aiutare ulteriormente la riflessione, riporto qui la sintesi dell'intervento di Papa Francesco alla giornata missionaria mondiale. Occasione nella quale ha invitato a coltivare una nuova forma di artigianato: quello della speranza. https://www.agensir.it/quotidiano/2025/2/6/papa-francesco-diventare-artigiani-di-speranza-e-restauratori-di-unumanita-spesso-distratta-e-infelice/
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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