Lunedì 17/02/2025 - Mc 8, 31-33
- Marco Acquati
- 15 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 feb

In quel tempo. Il Signore Gesù cominciò a insegnare ai discepoli che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Qual è la vera potenza di Dio? Senza andare a sfogliare il catechismo della Chiesa Cattolica, la prima risposta che ci viene in mente - forse - è la vittoria sulla morte, la resurrezione, prima testimoniata nel suo Figlio unigenito e poi offerta per tutti noi. Peraltro è anche ciò che viene citato al centro di questo brano. E’ una potenza bella, forte, alta e maestosa, che dovrebbe segnare le nostre vite, anche solo con un esercizio quotidiano di memoria. Ma, secondo me, il brano ci presenta, oltre a ciò, tre semplici esercizi di potenza, che noi, se vogliamo, possiamo fare all’interno delle nostre giornate. Sono esercizi di “potenza ribaltata”, che quindi mal si associano alle logiche dell’uomo potente. Ma sposano completamente la logica del Dio che “tanto ha amato il mondo da donare il suo figlio unigenito” (Gv, 3, 16).
La potenza dell’ascolto che supera il dolore. Pietro prende in disparte Gesù perché ha appena ascoltato il suo discorso fatto apertamente. In realtà, a guardar bene, ha ascoltato solo la prima parte del discorso, sicuramente la più forte e violenta, ma solo la prima. Ha palesemente ignorato il “dopo tre giorni, risorgerò”. Non se n’è manco accorto. E’ indiscutibile che Gesù stia raccontando uno scenario che nessuno dei discepoli di Gesù gradirebbe ascoltare. Ucciso? Ma quando mai! Il Messia venuto per la salvezza di Israele non può essere ucciso! Però c’è chiaramente una luce in questo scenario cupo. Basta vederla (o ascoltarla). Talvolta, vediamo (o ascoltiamo) solo la parte più nera del dolore, senza riconoscere che non c’è dolore senza speranza, come non c’è tramonto senza alba. Questa è potenza: il riconoscere che, a dispetto di tutto, una speranza, grande, bella e luminosa, c’è sempre.
La potenza dell’imparare della destabilizzazione. Il racconto narra di un caso di disorientamento costruttivo. La durezza del racconto di Gesù appare come un "intervento strategico" necessario per spezzare paradigmi consolidati. Ogni tanto anche nelle nostre vite serve una bella destabilizzazione. Cambiare registro. La mia fede sta diventando come una vecchia poltrona, comoda e un po’ sfondata? Bene, cambiamola! Occorre ogni tanto cercarsi questi momenti. Non dico che occorre mettere in discussione le nostre abitudini o le nostre certezze con la frequenza con la quale una valletta di Sanremo si cambia d’abito. Però, occorre ogni tanto cercare il giusto momento, magari un ritiro spirituale, durante il quale portare una sferzata di aria fresca.
La potenza di “andare dietro”. Gesù invita Pietro a “andare dietro”, a seguirlo. Questa non è la modalità ideale per fare grandi discorsi o tenere importanti lezioni. Pensate a quando si cammina in montagna. Se il sentiero è stretto, si sta in silenzio uno dietro all’altro, perché oltre alla fatica del parlare, a causa del fiatone, c’è la fatica dell’ascoltare. Non si è opposti, se uno segue l’altro, e quindi non è la condizione ideale per un dialogo. Se si segue, si deve solo prestare attenzione a dove chi sta davanti mette i piedi e magari imparare da quello. Se si segue si impara per imitazione, non perché la guida ci tiene una lezione. Poi, ci si deve fidare, ché la guida sa dove vuole portarci. Questa è potenza: stare dietro a Gesù, imparare da lui e farci guidare da lui.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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