Lunedì 14/04/2025 - Lc 21, 34-36
- Marco Acquati
- 13 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 apr

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Vivere nell’illusione può essere, purtroppo, la realtà per molti. Esistono, però, momenti in cui occorre fare chiarezza e spazzare via anche la più infinitesima ombra di illusione. Il brano di oggi racconta di uno di quei momenti. Gesù sta per iniziare i giorni della sua passione. Nel vangelo di Luca, subito dopo questi versetti, si parla della preparazione dell’ultima Pasqua di Gesù. Qui Gesù sceglie di offrirsi per tutti, come agnello mandato al macello. E' realtà certa, fuori da ogni illusione.
La prima illusione è quella del vivere nello stordimento generale, come condizione unica e insuperabile. “Dissipazioni, ubriachezze” dice il brano. Viviamo in un modo iperstimolato da tutto ciò che riceviamo dai nostri smartphone. E’ l’ubriachezza del nostro tempo. Ogni stimolo deve essere consumato all’istante, ingurgitato senza riferimento. Nozioni e informazioni mai incamerate in una cornice di senso. In un mondo iperstimolato tutto è allarme, perché nulla è ponderato.
La realtà, in conseguenza a questa illusione, è che “quel giorno ci piomberà addosso all’improvviso”. Se uno non prova mai a fermarsi per cogliere il senso di tutto, allora verrà il momento in cui verrà chiesto il conto e se non ci sono mai stati riferimenti, allora è il vuoto, è il disorientamento, è la terra che viene a mancare sotto ai piedi. L’immagine viene resa bene nel racconto del ricco epulone (Lc 16, 19-31). La sensazione è quella di sete tremenda (”manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua”) e al contempo il rendersi conto che l’aiuto, Lazzaro, ce l’hai avuto lì di fianco, fuori dalla porta, per tutta la vita. Tutto era così chiaro, accessibile e evidente e tu invece hai vissuto nello stordimento.
La seconda illusione è pensare che ce la puoi fare da solo, sempre e comunque. Massimizzando la prestazione, come se la resistenza a ogni stress fosse il superamento di un nuovo record. Arrivando anche a situazioni estreme, come il caso degli analisti finanziari a Londra (La morte di uno stagista e il desiderio che ci consuma). E poi vedi dirigenti e responsabili o perennemente arrabbiati o depressi. Mai un momento per ragionare su quella che è la soluzione migliore: quella che proietta il fare quotidiano su una prospettiva a lungo termine.
La realtà, in risposta a questa illusione, è un Dio che orienta tutto se stesso a un servizio che si fa dono. Dio che scende in questo mondo per lavarci i piedi. Secondo questo principio, non ci è chiesto di fare tutto da soli, fino allo sfinimento. C’è un’azione che ci precede e ci accompagna. I cieli sono aperti sopra di noi e una voce ci dice: “Tu sei il mio diletto” (Mc 1,9-11). Occorre mantenere aperti i cieli attraverso lo strumento di amore che Dio ci ha donato: la preghiera (”Vegliate in ogni momento pregando”). Vegliando e pregando, cambia il mondo e cambi tu. Ti accorgi che il servizio di Dio verso te è sostanza, è risposta di senso, e che il servizio verso i fratelli e le sorelle - in risposta “specchio” al servizio del Padre - permette di ottenere risultati migliori, di vedute più ampie, rispetto a quello che puoi fare da solo. O che ti ostini a fare da solo.
Per continuare la riflessione, vi riporto lo stimolo che viene da questo articolo: https://www.agensir.it/mondo/2025/04/12/pasqua-in-terra-santa-padre-patton-custode-la-speranza-cristiana-e-certezza-anche-in-mezzo-alla-guerra/
E’ la narrazione di come si possa vegliare, nel senso narrato nel brano di oggi, anche in situazioni dove la fatica del vegliare si fa più forte.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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