Lunedì 10/03/2025 - Mt 5, 1-12a
- Marco Acquati
- 9 mar
- Tempo di lettura: 4 min

In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Le beatitudini sono uno specchio, perché riflettono la natura di Dio. Dio Padre, incarnato e reso visibile nel Figlio, è povero in spirito, perché si è reso umile. “Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.” (Fil 2, 6). Dio è misericordioso. Dio ha fame e sete della giustizia.
Attraverso le beatitudini noi vediamo Dio per quello che è. Cogliamo il suo modo di essere e di agire nel mondo. Come uno specchio ben fatto non distorce, allo stesso modo attraverso le beatitudini, e chi le incarna, noi vediamo Dio esattamente come è. Pur riconoscendo che quell’immagine di valori rovesciati - lieti sono i mansueti, gli affamati, gli assetati di giustizia, i misericordiosi - mal si colloca in un mondo dove sono i prepotenti, i ricchi, i dissacratori di regole, gli sfacciati a apparire soddisfatti.
Come lo specchio ribalta destra su sinistra ma restituisce in ogni dettaglio un’immagine reale, analogamente lo specchio-beatitudine ci restituisce un’immagine ribaltata ma, agli occhi di Dio, perfettamente reale in ogni dettaglio.
Allora si comprende che non è tutto ovvio e immediato, sebbene lo specchio sia lucido e non distorcente. Dobbiamo comprendere e discernere. Come una novella Alice, siamo invitati a passare attraverso lo specchio per capire a pieno quella realtà. Dobbiamo, con esercizio rigoroso e costante, porci dei “perché” per comprendere meglio quei “perché” di ogni beatitudine. Infatti, le beatitudini devono essere intese solo attraverso i “perché”. “Beati quelli che sono nel pianto” potrebbe essere una frase pronunciata da un folle, se non ci fosse il seguito: “perché saranno consolati”. “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia” può figurare come un esercizio di ostinazione, se non ci fosse la promessa di una sazietà.
Ma - attenzione - la comprensione della realtà di Dio e di ciò che si nasconde dentro lo specchio, non è un esercizio filosofico (vedasi Platone), ma un esercizio che trova nutrimento in persone reali, in “santi di tutti i giorni”, che incarnano quelle beatitudini. La meraviglia sta qui: non percorso astratto e disincarnato, ma confronto con persone reali e della porta accanto.
Le beatitudini, poi, sono anche uno specchio moltiplicatore. Come Gesù rivolge questo discorso ai discepoli a lui più prossimi ma ha come orizzonte le folle (”vedendo le folle, salì sul monte”) analogamente noi guardando alle beatitudini vediamo la moltitudine di fratelli e sorelle che non attendono altro che quell'annuncio di felicità. Come uno specchio sfaccettato che moltiplica l'immagine di chi si specchia, così anche noi guardando in questo specchio vediamo le mille facce di fratelli e sorelle, che rimandano poi a quell'unica faccia del Figlio che le beatitudini le ha incarnate a esempio per tutti.
L’8 e il 9 Marzo sono i giorni del Giubileo del Volontariato. Riporto sotto il racconto di una volontaria italiana che presta il suo servizio presso un asilo all’interno di una baraccopoli di Città del Capo. Uno dei tanti testimoni concreti del fatto che le Beatitudini sono qui e ora.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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