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Lunedì 10/02/2025 - Mc 7, 14-30

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 9 feb
  • Tempo di lettura: 4 min
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In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Partito di là, andò verso i confini di Tiro e Sidone. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Noi umani siamo esseri estroflessi. Amiamo il contatto con chi o cosa è altro da noi. E anche se qualcuno si pone nei confronti della vita come un novello Mr Scrooge, ciò non smentisce che la condizione estroflessa è quella più amabile e che fa bene al cuore.

Il brano di oggi ci racconta di diversi movimenti di estroflessione.


Prima di tutto c'è quella lunga riflessione su ciò che è puro e ciò che è impuro. Se la conclusione di questa è, da un lato, che il cuore è la principale fonte di contaminazione e impurità agli occhi di Dio, dall’altro però, è che tutto ciò che è fuori dall’uomo è puro. Viene in mente la Genesi, ovvero quel “vide che tutto ciò era buono”, pronunciato dal Creatore al termine di ogni azione creativa. Il che è bello e rigenerante. Dio ha pensato a tutto per noi e ha fatto sì che tutto ciò che è al di fuori di noi sia buono e puro. Per rigenerare il nostro cuore, così appesantito e indurito, dobbiamo guardarci intorno e interagire bene con ciò che è intorno. Ad esempio, se anziché guardare una persona e giudicarla, cominciassimo a vedere immediatamente almeno un lato buono della persona e solo quello, sarebbe tutto già un esercizio utile per guarire i nostri cuori.


Il secondo movimento di estroflessione narrato in questo brano è quello di Gesù che “parte di là”. Dove va? Va in una regione di pagani. Sappiamo che, poi, la prima Chiesa farà molto per chiamare i pagani al Cristianesimo, ma Gesù nella vita pubblica ha avuto pochissimi contatti con loro. Con il suo agire, Gesù ci trasmette un importante insegnamento pratico. Gesù non entra nella regione, ma va verso i confini. Il confine è il punto di contatto fra due nazioni e quindi, figurativamente, quello fra due culture. Gesù non entra a gamba tesa in una cultura diversa dalla sua, si avvicina solo in relazione all’ambito in comune. Questo richiama quanto riportato nell’Evangelii Gaudium (n. 236): “Il modello non è la sfera, che non è superiore alle parti, dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno.” Le facce del poliedro mantengono la loro originalità e condividono valori e pensieri solo sugli spigoli. In un mondo progressivamente scristianizzato, anche se non despiritualizzato, abbiamo il compito di agire con rispetto e non imporre un solo agire e un solo pensiero.


L’ultimo movimento di estroflessione su cui provo a riflettere è quello della donna Siro-Fenicia. Anche lei si sposta e si sposta per andare incontro a Gesù, perché aveva sentito di lui. Vado subito alla fine: la guarigione della figlia della donna. Questo è uno dei pochi miracoli a distanza compiuti da Gesù (l'altro è quello del servo del centurione). Come Gesù è distante dalla ragazza, così anche la donna è lontana da sua figlia. Qui emerge un aspetto unico dell'agire cristiano, che può essere fonte per momenti di discernimento. La figlia, vista la situazione, avrà avuto bisogno di un’assistenza e cura continua. Ma la madre la lascia a casa, per seguire un’intuizione che porterà alla figlia la guarigione completa. Talvolta, soprattutto nei confronti dei figli, non è l'assistenza continua e magari ossessiva che li fa guarire da qualsiasi disturbo siano affetti, foss’anche una fatica legata al passaggio alla vita adulta. Occorre cambiare direzione: da chi ha bisogno di cura a chi può curare veramente. Rivolgere il proprio sguardo a Gesù è il modo che qui viene suggerito.


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.

 
 
 

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