Lunedì 08/09/2025 - Mt 1, 1-16
- Marco Acquati
- 6 set
- Tempo di lettura: 5 min

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Faree Zara da Tamar, Faree generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
SIGNOR SMITH (col giornale in mano) - Guarda un po', c’è scritto che Bobby Watson è morto. (…) Era il più bel cadavere di Gran Bretagna. Non dimostrava la sua età. Povero Bobby, erano quattro anni che era morto ed era ancora caldo. Un vero cadavere vivente. E com'era allegro.
SIGNORA SMITH - Povera Bobby.
SIGNOR SMITH - Vuoi dire “povero” Bobby.
SIGNORA SMITH - No, penso a sua moglie. Lei sia chiamava come lui, Bobby, Bobby Watson. Siccome avevano lo stesso nome, non si riusciva a distinguerli l'uno dall'altra quando li si vedeva assieme. E' stato solo dopo la morte di lui che si è potuto sapere con precisione chi fosse l'uno e chi fosse l'altra. Tuttavia, ancora oggi, c’è gente che la scambia per il morto e le fa le condoglianze. Tu la conosci?
SIGNOR SMITH - Non l'ho vista che una volta, per caso, al funerale di Bobby.
SIGNORA SMITH - Io non l'ho mai vista. E' bella?
SIGNOR SMITH - Ha tratti regolari eppure non si può dire che sia bella. Troppo alta e troppo massiccia. I suoi tratti non sono regolari eppure la si potrebbe dire bella. (…)
SIGNORA SMITH - Ma chi si prenderà cura dei figli? Lo sai che hanno un bambino e una bambina. Come si chiamano?
SIGNOR SMITH - Bobby e Bobby, come i loro genitori. Lo zio di Bobby Watson, il vecchio Bobby Watson, è ricco e vuol molto bene al bambino. Potrebbe incaricarsi lui dell'educazione di Bobby.
SIGNORA SMITH - Sarebbe logico. E la zia di Bobby Watson, la vecchia Bobby Watson, potrebbe benissimo incaricarsi per parte sua dell'educazione di Bobby Watson, la figlia di Bobby Watson. Così la mamma di Bobby Watson, Bobby, potrebbe risposarsi. Ha qualcuno in vista?
SIGNOR SMITH - Sì, un cugino di Bobby Watson.
SIGNORA SMITH - Chi? Bobby Watson?
SIGNOR SMITH - Di quale Bobby Watson parli?
-----
Non sono impazzito. Quello che avete appena letto è un dialogo estratto dall’opera teatrale “La cantatrice calva” scritta e messa in scena nel 1950 da Eugene Ionesco (1909-1994), ritenuto uno dei fondatori della corrente detta del “Teatro dell’Assurdo”. Nelle sue opere (come è possibile leggere anche da questo breve estratto) Ionesco si diverte a presentare situazioni illogiche e paradossali. Svuotando di significato e di struttura logica i dialoghi, l’autore porta i personaggi a confrontarsi con il vuoto; vuoto che è spesso risultato di una indubbia mancanza del minimo desiderio di una ricerca di senso. Riguardo all’opera, Ionesco dichiarò: “Scrivendo questa commedia (poiché tutto ciò si era trasformato in una specie di commedia o anticommedia, cioè veramente la parodia di una commedia, una commedia nella commedia) ero sopraffatto da un vero malessere, da un senso di vertigine, di nausea.”
La famiglia Watson rappresenta l'annullamento dell'individualità: tutti hanno lo stesso nome, quindi la stessa (e nessuna) identità. Le relazioni genealogiche diventano un labirinto assurdo dove nessuno è distinguibile dall'altro. Con questo meccanismo Ionesco invita, sorridendo, a riflettere sulla massificazione della società moderna e la perdita dell'unicità personale.
Altra storia è il brano di oggi, il quale ci aiuta a comprendere che la presenza di Dio nella storia è l’antidoto alla massificazione, e quindi all’insignificanza. Il brano di oggi ci ricorda che noi facciamo parte di una storia, della Storia che Dio ha scritto per noi. Il nome di Gesù compare alla fine di questa lunga lista di nomi per dirci che ne facciamo parte anche noi, come fratelli, come figli dello stesso Padre. Una lista nella quale non sono tutti stinchi di santo. Roboamo, ad esempio, assetato di potere e responsabile della divisione del Regno (1 Re 12, 19). Oppure come Manasse, idolatra, che sacrificò il proprio figlio al dio Moloch. Il Salvatore del mondo arrivò a noi attraverso gente con la quale molti di noi non desidererebbero avere a che fare, con l’intento di far comprendere che la salvezza passa anche attraverso le mele marce. La lunga lista raccoglie, per di più, nomi di sconosciuti. Esrom? Sadoc? Achim? Chi sono? Mai citati nelle tante pagine della Bibbia. Ma anche i loro nomi, volutamente posti qui, stanno a significare che Gesù è venuto al mondo per non dimenticarsi di quelli che temono di essere dimenticati. Tutte le storie hanno senso. Nessuno è un anonimo “Bobby Watson”, ma ciascuno è un soggetto con una chiara identità perché amato affinché facesse parte del progetto divino. Tutte le storie hanno un senso perché fanno parte di quel grande affresco di Storia tracciato dal Creatore.
Talvolta, però, in quella Storia può apparire quasi impossibile scovare una qualsiasi forma di senso. E’ laddove la vita e le relazioni vengono spezzate, dove si sopravvive per caso, come raccontato qui: https://www.avvenire.it/mondo/pagine/bombardano-tutto-anche-le-tende-il-dramma-nei-disegni-delle-ragazze
Quindi, a mo’ di conclusione (anche se conclusione non è, perché la Storia continua…), possiamo dire che laddove c’è qualcuno che non trova il modo di far parte della Storia, perché tutto è devastato, allora tocca a noi “fare la nostra parte” e pertanto agire, denunciare, sostenere, dare assistenza…
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



Commenti