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Lunedì 07/10/2024 - Lc 21, 5-9

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 6 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
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In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Un brano che sembra parlare dei fatti degli ultimi giorni:

Distruzioni, guerre e rivoluzioni: queste le drammatiche vicende che Gesù porta per la nostra riflessione oggi.

Un brano che non va edulcorato. Non vale la pena spiritualizzare il discorso di Gesù, figurandosi che sia una descrizione immaginifica della nostra personale vita interiore, con le sue difficoltà, le sue ansie e il suo peccato. No. Gesù sta parlando proprio di disastri e situazioni drammatiche (esattamente come quelli raccontati nell’articolo che ho messo nel link all’inizio). Questa Parola sta cercando di dirci qualcosa sulla vita all’interno del dramma. E sul senso della vita. Infatti, la parola greca al termine del brano (”non è subito la fine”) è telos, Questa ha, come in italiano, un duplice senso: termine, conclusione, e al tempo stesso scopo, compimento, finalità. La/il fine di cui Gesù parla non è il momento in cui tutto crollerà ma, al contrario, il compimento verso cui tende tutta la storia umana. Quindi se distruzioni, guerre e rivoluzioni non sono la/il fine, vuol dire che non è su questo che dobbiamo cogliere il senso. O quantomeno non “subito”, perché c’è un significato più profondo.

Tutte queste manifestazioni drammatiche della storia ci potrebbero portare verso una interpretazione che non è quella che Gesù vuole. La lotta fra il bene e il male non è mai risolta e questa si manifesta (e si è sempre manifestata) in forme violente. Ma, in questa lotta, la vittoria è già guadagnata, non grazie ai nostri sforzi, ma all’amore infinito che si manifesta nella croce di Gesù e che noi dobbiamo, a poco a poco, lasciar entrare nelle nostre vite.

Un percorso di comprensione che deve essere alimentato dalla preghiera; proprio come fanno le popolazioni colpite dalla guerra e come l’articolo riportato racconta.


[nota di redazione: alcuni dei concetti qui esposti sono più ampiamente trattati nel libretto di Adrien Candiard: Qualche parola prima dell'apocalisse, Libreria Vaticana, che vi invito a leggere]


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.


 
 
 

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