Lunedì 07/04/2025 - Mc 8, 27-33
- Marco Acquati
- 5 apr
- Tempo di lettura: 3 min

In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Come Dio guarda l’uomo e la donna che ha creato? Con amore. Questo lo sappiamo. Lo sappiamo fin da piccoli. Ma questo cosa vuole dire? Come si configura questo amore e quali sfaccettature presenta’ “Guardare con amore” può apparire come un’espressione vuota, che difficilmente intercetta le nostre vite e che si situa nell’empireo delle espressioni belle da ascoltare (e ripetere).
Il brano è - come noto - un passaggio chiave del Vangelo di Marco, tant’è che è posto proprio al centro (Marco è composto da 16 capitoli e questo è l’ottavo). Quindi, la sua importanza ci fa guardare a questo come un aiuto per conoscere come Dio ci guarda.
Innanzitutto, Dio ci guarda in cammino, “sulla strada”. Sa che non siamo statici o arrivati. Abbiamo fame di un percorso, il quale indubbiamente può essere vario, diverso da persona a persona. Salite e discese, percorsi ardui e agili. Lo sguardo di Gesù ci intercetta nel corso cammino perché è nel movimento del cammino che ci si sbilancia (per fare un passo bisogna spostare il peso, sbilanciarsi leggermente in avanti - ne conoscono bene i rischi i bambini piccoli). Dio ci guarda nel pieno delle incertezze della vita e nella innata volontà di proseguire. Il suo sguardo per intanto basta per dire che c’è qualcosa di importante che “ci ri-guarda”. E’ il primo passaggio dello sguardo di amore e che ci vede dentro un cammino/percorso.
Poi ci guarda in modo che ci mettiamo in gioco in prima persona. “Chi sono io per voi?” Voi, non gli altri. Ci invita a esprimere ciò che noi sentiamo e vediamo su Dio, sulla vita, perché questo è il modo per far nascere una coscienza, per farci muovere nel mondo con sguardo attento. Dio guarda con amore e suscita domande. Ora, qui, a metà del percorso, quali valore dai ai rapporti umani? Come guardi alla tua vita, alla tua professione, al tuo ruolo di genitore? Hai già capito tutto e pensi, come Pietro, che non manca nulla, che bisogna proseguire così, con tanti miracoli/situazioni ad effetto, e presto arriverà il successo? Mentre diciamo chi è Gesù per noi, diciamo chi siamo noi. E’ il secondo passaggio dello sguardo di amore e che ci vede dentro una domanda/mistero.
Infine ci guarda come esseri per i quali dare la vita. “Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani e dai sommi sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso, e, dopo tre giorni, risuscitare.” Sarà ucciso per il motivo per il quale vive, e vive per amore. Quell’amore che non lascia un cammino senza senso e una domanda senza risposta. Sarà ucciso perché, inerme, si dà nelle mani di tutti. Sarà ucciso perché vuole lasciare (e rendere) tutti pienamente liberi.
E’ l’ultimo passaggio. Forse il più faticoso. Neanche il buon Pietro è riuscito ad affrontarlo con successo. Ma non può essere fatto senza affrontare i primi due.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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