top of page

Lunedì 03/03/2025 - Mc 12, 13-17

  • Immagine del redattore: Marco Acquati
    Marco Acquati
  • 1 mar
  • Tempo di lettura: 3 min
ree
In quel tempo. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono dal Signore Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

Erodiani e Farisei tendono un'insidia verbale a Gesù mediante un'adulazione iniziale, per attirarlo in una falsa sicurezza. La loro comunicazione è chiaramente insincera, priva di reale intenzione di dialogo. Il cuore del tranello è la domanda trabocchetto "È lecito dare il tributo a Cesare?", costruita per non offrire vie d'uscita: una risposta affermativa comporterebbe la perdita di credibilità come Messia, mentre una negativa lo esporrebbe alla condanna romana. Si tratta di una trappola verbale perfetta, finalizzata a condannare Gesù qualunque fosse stata la sua risposta.


Il brano, però, presenta fra le righe altri due tranelli ai quali prestare attenzione. "Date a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio" è un principio che invita all'equilibrio tra doveri terreni e spirituali.

Un primo tranello nel quale possiamo cadere è quello di concentrarsi esclusivamente sulla dimensione spirituale ignorando i doveri quotidiani e le responsabilità verso la società in cui viviamo - anche quelli apparentemente insignificanti. Agendo così, la nostra fede perderebbe gradualmente autenticità, riducendosi a belle parole che nascondono ipocrisia, non dissimili da quelle dei farisei che tentarono di mettere in difficoltà Gesù. Si deve procedere nel cammino della vita mantenendo i piedi ben piantati a terra e il cuore rivolto al cielo.

Il grande teologo tedesco Dietrich Bonhoffer diceva: in chiesa possono cantare i salmi in gregoriano coloro che sulla piazza sono disposti a difendere gli ebrei. Non posso pretendere di salvare il mio rapporto on Dio svendendo i mio rapporto con il fratello.


L’altro tranello, che è l’altra faccia della medaglia di quello sopra, è accontentarsi a una partecipazione alla vita della Chiesa che ignora completamente la dimensione sociale della stessa. Si dice che il brano qui commentato è uno dei riferimenti evangelici di quella che poi diverrà la “Dottrina Sociale della Chiesa”. Il primo testo “sociale” di una papa è la Rerum Novarum (1891) ma poi ne sono seguiti tanti altri, ad es. Populorum Progressio, Laborem Exercens, fino alla Laudato Si’ e alla Fratelli Tutti. Inoltre, non si possono dimenticare le settimane sociali dei cattolici in Italia (https://www.settimanesociali.it/) dove si affrontano temi come il lavoro, la famiglia, l'educazione, l'ambiente e la sostenibilità, sempre cercando di offrire una lettura dei fenomeni sociali alla luce dei principi evangelici.

Il materiale è tanto e ricco e non va scordato. E’ dovere di noi cattolici. Perché studiare e declinare quei suggerimenti e testi vuol dire muoversi nel mondo da uomini liberi, che riescono a discernere in ogni occasione cosa sia il bene comune, che sanno confrontarsi con tutti gli uomini come fratelli e sorelle. Come già detto sopra, significa vivere una fede non astratta ma che abbraccia il mondo come luogo concreto dove tale fede trova nutrimento e ragione di esistenza.

Cadere in questi tranelli può portare anche a folli distorsioni del Vangelo, proprio perché il Vangelo viene slegato dalla realtà concreta. Come ad esempio immaginare che ricchezza, benessere e salute sia un merito conseguente all’essere credente in Dio…: https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-vangelo-diverso-di-trump


Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.

Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.

Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.

Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.

Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.

 
 
 

1 commento


Luisa Bergomi
Luisa Bergomi
03 mar

È veramente una pagina del vangelo bellissima , dovremmo ogni giorno ricordarla e cercare di viverla al meglio secondo le nostre possibilità.

Mi piace

Mandami un messaggio e fammi sapere che ne pensi

Grazie!

© 2035 by Train of Thoughts. Powered and secured by Wix

bottom of page