Lunedì 03/02/2025 - Mc 5, 24b-34
- Marco Acquati
- 2 feb
- Tempo di lettura: 4 min

In quel tempo. Molta folla seguiva il Signore Gesù e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Essere cristiani comporta non poche fatiche. Come peraltro anche qualunque vita, anche non cristiana. Ma con la differenza che, per quella cristiana, la fatica ha un perché: apprendere la comunione vera con i fratelli, le sorelle e il creato e godere di una vita piena, dove ogni istante è benedetto.
In questo racconto, l’emorroissa diventa simbolo del seguace di Gesù e delle fatiche che deve affrontare.
Innanzitutto c’è la fatica del peccato, o meglio: della sofferenza che il peccato comporta. L’esercizio, non facile, è nel riconoscere tale sofferenza. Sì, perché tante volte ci sei dentro ma non riesci ad ammetterlo. Come chi dipende dal gioco di azzardo. Sul tema vi invito a leggere questi due articoli: https://www.agensir.it/?post_type=post-type-take&p=1414242 - https://www.agensir.it/?post_type=post-type-take&p=1414238
Tante volte chi ci è dentro si rende conto che sta vivendo una sofferenza, ma non sa come uscirne, come l’emorroissa che ci ha speso tutti i suoi averi e non ne vede la fine.
Questa è una grande immagine di ciò che fa il peccato. Il peccato è un'emorragia tremenda. Ci toglie la linfa vitale. Il peccato non dà mai, ma toglie. Non aggiunge vita, ma la diminuisce. Il peccato porta sempre più lontano di quanto si voglia andare; ci trattiene più a lungo di quanto si voglia restare; ci costa più di quanto si voglia spendere.
L’emorroissa esce dalla sua condizione nel momento in cui tocca la veste di Gesù. Ma - anche qui - che fatica! L’evangelista non ci fornisce dettagli, ma è evidente che se Gesù si stava muovendo fra la folla che lo stringeva intorno, la donna, per raggiungerlo, avrà dovuto sgomitare non poco. E’ la fatica che facciamo tutti noi quando desideriamo avere un briciolo di contatto con Gesù. E’ la fatica che si compie quando desideriamo staccarci mentre siamo bombardati da preoccupazioni e richieste. La folla che stringe Gesù è un’ottima simbologia per descrivere quelle situazioni stressanti. I modi per riuscirci ci sono e la Chiesa ci ha aiutato nei secoli a codificarli (*)
Infine, l'ultima fatica è quella della testimonianza. Gesù chiede alla donna di uscire dalla folla e di farsi riconoscere. È normale che esca “impaurita e tremante”. Ha vissuto 12 anni in una condizione che la escludeva dalla società e anche dalla possibilità di avere un marito. Ma, se abbiamo avuto l'incontro con Gesù - quell'incontro che cambia la vita - occorre dirlo, perché solo dicendolo ci si “salva”. Infatti, Gesù sinceramente dice alla donna che è “salva” solo dopo aver testimoniato l’accaduto. La salvezza - occorre ricordarlo - dice tanto alle nostre vite, perché richiama alla possibilità di trascorrere ogni istante della propria vita nella consapevolezza di essere profondamente amati. E per questo anche in grado di resistere alle fatiche.
(*) Fra i tanti modi che la Chiesa ha adottato per rimanere in comunione con il Padre in ogni situazione, desidero segnalare il servizio che Gianfranco Matarazzo SJ sta portando avanti da diversi anni https://t.me/GianfrancoMatarazzoSJ oppure https://youtube.com/@gianfrancomatarazzosj?si=NYYXKRZjir-a39qh dove, attraverso il metodo ignaziano, ci aiuta a accorgerci della presenza di Dio in ogni piccola sfumatura delle vicende della vita.
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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