Lunedì 02/06/2025 - Mt 9, 14-15
- Marco Acquati
- 1 giu
- Tempo di lettura: 3 min

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Il tema nuziale attraversa tutta la Bibbia. Dalla Genesi ("E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” Gn 1, 27) all’Apocalisse (”E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.” Ap 21, 2). In mezzo, poi, Cantico dei Cantici, Osea, Rut, Tobia, e tanto altro.
Nel brano di oggi Gesù è lo sposo. Non è un quadretto nuovo, questo, per i Vangeli. I richiami a sposi e matrimoni sono parecchi. Nei secoli, poi, si è elaborata l’immagine teologica e spirituale delle nozze fra Gesù e la sua Chiesa, che esprime la profondità dell’unione tra Cristo e i credenti, sia come comunità che come singole anime. Su questo concetto occorre entrarci dentro, con tutta la cura umana che riusciamo a generare, perché non è solo una bella figura mistica che, fra l'altro, ha ispirato tanti artisti. Infatti, questo concetto sta ad indicare un aspetto semplice e profondo: che la vita spirituale, che è l’esperienza fondamentale dell’uomo, è fatta di amore, di unione, di gioia, di fatica, di intimità e tenerezza, di sostegno reciproco, proprio come una relazione matrimoniale.
Le nozze fra Gesù e le anime dei credenti vanno tenute vive, vanno sostenute, proprio come un matrimonio. E’ compito di tutti i battezzati.
Ma c’è un atteggiamento in più che va curato e che viene richiamato in questo brano. E’ quello degli “invitati alle nozze”, letteralmente i “figli dello sposo” (υἱοὶ τοῦ νυμφῶνος). Nella tradizione ebraica del I secolo, i "figli dello sposo" erano un gruppo ristretto di amici intimi dello sposo, diversi dai semplici ospiti del banchetto. Avevano ruoli specifici:
Accompagnavano lo sposo durante i giorni di festa nuziale (che duravano fino a una settimana)
Erano esentati da obblighi religiosi come - appunto - il digiuno
Condividevano la gioia dello sposo in modo particolare e privilegiato
Avevano il dovere di rallegrare la coppia con canti, danze e festeggiamenti
Tutti noi siamo “invitati alle nozze”, invitati all’unione fra tutta la comunità di credenti e il Signore Gesù. Tutti noi siamo “figli dello sposo”, figli di quell’unico Padre che vuole fare festa insieme a noi. Tutti noi siamo invitati a impegnarci perché le nozze siano perfette. Tutti noi siamo come questi wedding planner ante-litteram, a cui veniva chiesto un impegno serio: garantire che tutto filasse liscio nell’organizzazione delle nozze. Anche noi dobbiamo essere perfetti nell’organizzazione delle nozze particolari fra Gesù e la sua Chiesa. Se solo riuscissimo a immaginarci in questo ruolo particolare di organizzatori, sarebbe tutto più bello e più facile: la nostra fede, la nostra vita, le nostre relazioni. Rileggete l’elenco sopra e provate a declinarlo nella realtà di queste particolari nozze: accompagnare la Chiesa perché riconosca il Signore Gesù come suo sposo innamorato, vivere e condividere la gioia di questa relazione particolare, … e ognuno aggiunga con la propria fantasia.
Un impegno importante che richiede energie e quindi niente digiuno. Serve nutrimento capace di far andar avanti sull’obiettivo. Per questo sono “invitati esentati”. Devono (e dobbiamo) nutrirsi della Parola, del Pane Eucaristico, della preghiera comune con fratelli e sorelle. Ognuno secondo le proprie capacità. Molto semplicemente, perché le pratiche che toccano la sostanza della vita sono tremendamente semplici.
Per continuare la riflessione, calandola sull’attualità, ritengo che il legame più immediato (e forse ance più scontato) è con l’omelia esposta da Papa Leone per il Giubileo delle Famiglie, della quale qui trovate una sintesi: https://www.agensir.it/chiesa/2025/06/01/leone-xiv-il-matrimonio-e-il-canone-del-vero-amore/
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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