Lunedì 01/09/2025 - Lc 15, 8-10
- Marco Acquati
- 31 ago
- Tempo di lettura: 4 min

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
L'immagine-copertina di oggi è un ritratto della cantante britannica Amy Winehouse realizzato dall’artista olandese Dennis Baptiste (matita e inchiostro su cartoncino, 2016). Il ritratto non presenta i bordi del volto, ma fa vedere alcuni elementi propri, che tutti ricordano della cantante: il caratteristico eyeliner appuntito verso l’esterno a “occhio di gatto” e il piercing sopra al labbro. In più c'è l'elemento simbolico del trucco colato ai lati degli occhi, aggiunto dall'artista facendo scivolare un po’ di inchiostro diluito sul cartoncino inclinato. Elemento simbolico che sta a rappresentare la breve sofferta vita di Amy Winehouse. Quasi due intense lacrime per dire delle tante, forse inespresse, lacrime versate. Amy Winehouse era bulimica fin da adolescente. Bulimia riconosciuta e mai risolta. Poi c’erano le droghe tante, troppe. Tante volte entrata e in riabilitazione e altrettante uscita presto, senza concludere un percorso completo. Infine, l’alcool, mandato giù come se fosse acqua fresca. Tutti fattori che, uniti insieme, non facevano altro che debilitarne il fisico, già di suo non particolarmente prestante. Chi ha avuto la fortuna di assistere dal vivo a uno dei suoi concerti racconta che ogni volta si compiva il miracolo: un fisico piccolo e minuto (era alta 1 metro e 57) che sorprendentemente era in grado di produrre una voce piena e potente. Amy era già persa prima ancora che la vita la portasse via definitivamente. Il crudele meccanismo della produzione discografica e lo star-system che la circondava, certamente non aiutava il suo recupero, anzi magari lo cavalcava. L’artista ribelle e in lotta con la vita diventa più rapidamente un mito. Amy venne trovata morta nel letto di casa sua il 23 luglio 2011. Aveva 27 anni. Nel sangue fu trovato un quantitativo di alcool 5 volte superiore al limite consentito per la guida. Non fu suicidio. Il suo fisico, già debilitato, non fu in grado di reggere l’ennesimo carico massiccio di alcool. Aveva un talento per la musica, ma anche per l’auto-distruzione. Tanti giornali all’indomani della sua morte hanno titolato: “una grande perdita”. Come Amy Winehouse, chissà quante altre storie di persone “perse”, per le quali santi uomini o donne si sono spesi per recuperarle.
Anche il Vangelo di oggi parla di una perdita. Una moneta preziosa, che una donna cerca accuratamente finché non la trova. È evidente il messaggio sotteso. Sottolinea il valore infinito di ogni singola persona agli occhi di Dio. Come la moneta ha valore intrinseco indipendentemente da dove si trova, così ogni essere umano conserva la sua dignità anche nel peccato. La ricerca accurata, narrata nel brano, indica la sollecitudine divina per chiunque. Alcuni fonti che ho trovato dicono che le dieci monete, citate nel brano, per le donne della Palestina, erano un dono di nozze. Solitamente venivano legate insieme e indossate come un ornamento. La perdita di una sola di loro costituiva una questione seria per la donna che le aveva ricevute in dote, perché poteva essere interpretato come segno di infedeltà verso il marito. Comunque, anche quest’ultimo particolare, porta sempre allo stessa conclusione: un figlio o una figlia che prende una brutta strada e si allontana da Dio Padre è una perdita importante a prescindere, per la quale occorre attivare tutte le risorse possibili.
E la comunità credente, specchio di Dio Padre, cosa deve fare? Se fossimo in grado di riconoscere che Dio desidera più di ogni altra cosa che i propri figli vadano a Lui perché Lui possa manifestare a loro il Suo Amore, allora la nostra vita ne sarebbe trasformata. Chiunque - anche un soggetto auto-distruttivo come Amy Winehouse - potrebbe dire che l’Amore è il motore, l’energia che dà vita. L’Amore non è un gioco in cui si perde (citazione da Love is a Losing Game di Amy Winehouse). Quindi, quanto siamo disposti a metterci in gioco su questo? Siamo disposti a diventare lampade che illuminano, mani che spazzano, orecchie che ascoltano e cuori che non smettono di cercare le “monete” perdute delle nostre comunità, delle nostre famiglie, della nostra società?
Ti prego, Gesù, fa’ che con la tua grazia io non mi stanchi mai di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti per imparare da Te ad incontrare e prendermi cura degli altri e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose più grandi delle mie forze.
Fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto e che sappia anche partecipare con ciò che sono a portare un po’ di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutti noi affinché ci accompagni, ciascuno con la propria vocazione, in un cammino che non abbia paura di fidarsi ed affidarsi a Gesù, ma che tenda verso l’alto e che profumi di santità, per la gioia del mondo intero. Maria, Madre della Chiesa, prega per noi. Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.



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